— 5« - Il successore di Clemente VII (‘), Paolo III ( i 534-1549), rinnovò i conii senza alcuna variante; dal suo nome si cominciò a chiamare due paoli e paolo i due giulii ed il giulio. Giulio III (1550-1555) diminuì ancora il peso della lira (grammi 6.707 - titolo 917/1000) che discese pertanto a centesimi 1.68 della lira di Leone III. Coniò il testone di grammi 9.566 al titolo di 958/1000 ed il pezzo di due carlini da 15 soldi, o mezzo testone, di grammi 6.917 al titolo di 666/1000 ; moneta, quest’ul-tima, coniata la seconda volta da Benedetto XIV. Per le altre monete tenne il peso proporzionato alla nuova lira, mantenendo lo stesso titolo. Da Giulio III si ebbero quindi : Testone da paoli 3 del peso di gr. 9.566 - titolo 958/1000 Due Carlini da 15 soldi, o mezzo Testone, del peso di gr. 6.917 - titolo 666/1000 Lira, o due giulii o due , paoli, da soldi 20 del peso di gr. 6,707 Giulio, o paolo, da soldi 10 del peso di gr. 3.354 8 Carlino da soldi 7 1/g del peso di gr. 2.510 ^ Grosso da soldi 5 del peso di gr. 1.677 ^ Mezzo grosso da soldi 2 */- o quattrini 10 del peso di gr. 0.838 Cinque quattrini od 1j di grosso del peso di gr. 0.416 Tutte le monete avevano il valore reale esattamente proporzionato ed alla pari con l’estrinseco ; il testone però era un po’ deficiente, avendo il valore reale di soldi 29 8/io. anziché di soldi 30. (') Clemente VII coniò due volte la lira ; il secondo conio, con la scritta CLEMENS VII PONT. MAX, e sul rovescio : QVARE DVBITASTI, fu inciso da Benvenuto Cellini.