quando innanzi al quarantotto, com’egli stesso racconta, disapprovava in Firenze il : Siamo Italiani, siam giovani e freschi e dei tedeschi paura non s'ha. Agli improperi che ne ebbe risposero per Firenze l’aprile e il maggio del quarantanove, e per lui assai prima la sua carcere di Venezia, da dove uscito e portato in trionfo dal popolo, sconsigliò il moto da farsi, prevedendone la fine ; ma una volta iniziato, volle essere il primo e l’ultimo combattente, tenendo fermo quando altri tentennavano, dopo che, per di più, avevano decretato il —resistere ad ogni costo. — Arguto un suo gesto in quell’occasione, essendo al Governo Provvisorio col Manin, di far affiggere ai muri veneziani le canzoni guerriere di Luigi Carrer, incitanti Venezia eroica alla riscossa, mentre il poeta per le sofferenze veramente grandi dell’assedio austriaco, fu tra i primi a dar segno di scoramento. Quando il Nostro alla passione voleva contrapposta la riflessione, all’ ira la virtù dell’affetto, è perchè temeva dovessero quelle far velo alle verità più generose, confonderle, intristirle ; esser causa più — 90 -