altri esuli, tra i quali non mancavano i mestieranti dell’esilio ; con la vigilanza sapiente e animosa de’ fatti che più o meno riguardavano l’Italia, e pronto a rintuzzare il prestigio offeso della Patria. Un orribile episodio, in cui un italiano, tal Francesco Ricci, veniva condannato a morte in seguito ad un delitto attribuitogli durante una rissa per motivi politici, e in cui il Ricci stesso fu assalito da varie persone, moveva il Nostro generosamente alla difesa dell’infelice compatriota, quasi con certezza innocente, e alla difesa della memoria sua dopo la deprecata condanna, vittima dell’opinione pubblica greca sobillata allora nell’odio contro gli Italiani. Accusati di favorire i Turchi nella guerra contro la Russia e di aver persino costituito una speciale legione in Costantinopoli, voce poi smentita dagli stessi giornali locali, gl’ Italiani furono fatti segno ad insulti e ad aggressioni da parte dei Greci: insulti e aggressioni che culminarono poi a Corfù nell’ episodio sopra ricordato. Il Nostro che aveva coraggiosamente rinfacciato ai Greci come dei loro stessi si fossero invece arruolati nell’esercito Turco, pubblicava il suo scritto II supplizio d'un italiano a Corfù dimostrando tutta l’ingiustizia perpetrata contro il Ricci, e richia- — 143 —