legislatore, doveva reggere la comunione sociale freddamente, come se gli uomini e le cose fossero serie matematiche che non soffrissero eccezioni. Principio in contrasto con la giustizia vera, che dovendo « sorreggere e correggere, quanto reggere », guarda più al cuore umano e alla relatività delle cose ; simile a scienza di proporzioni cui meglio che la regola vai l’eccezione. Come il Nostro vedesse la moderna giurisprudenza traviata dall’ idea sana di dovere e trovasse quella di diritto piantata nella Società qual palo secco per reggere l’ampia tenda dell’orgoglio e miopia umana, lo fa intendere con questo suo detto : « fin tanto che studieremo solo gli uomini e solo le cose, il cuore dell’uomo nè lo spirito delle leggi non ci saranno mai cogniti ». * * * La conoscenza più intima e più universale dei fenomeni esigeva lo stretto adattamento ai limiti, per cui nello studio di questi il Nostro fa consistere anche la politica, e da una o più o meno esatta valutazione dei limiti stessi, la bontà e la forma di un governo. Se i limiti « troppo si amano o troppo si temono si esagerano o non si curano gli indizi », la licenza — 81 - L' ora di Niccolò Tom mosto. 6