e dell’arte sua, risulta tutta nelle liriche amorose, specie in Affetti, errori, ravvedimenti, dove la natura umana trova un limite nella coscienza cristiana, sia per una severa visione vendicatrice, sia per una soave pietà ; mentre in lui amore e fede non con-fondonsi mai in un misticismo sensuale come vorrebbe il Panzacchi, bensì formano un connubio salutare che lo redime e l’innalza: Allor ch’ai desiosi Suoi baci, qual fantasima Di morte, Iddio frapposi Mie le sue colpe furono I suoi dolor sian miei. Fu osservato che il Nostro compendiò pedantescamente i contrasti politici e sentimentali del Risorgimento, ma non si vide come questi stessi contrasti egli superasse nella concezione di una bellezza universale, soglia dell’unità dello spirito, e che figura come una lampada che tende dall’Alto : Nè com' incendio fuma Nè stride e non consuma Ma con la cima tende - 121 —