dopo il primo lavoro che è del 1837 (e, come risulta nel carteggio del Marchese Capponi, composto in tredici giorni), si accingeva a dar nuovi indirizzi alla romanzistica italiana, per sottrarla dalla vertigine ormai resa monotona dei tornei medievali, e portarla sulla scena della vita moderna, secondo l’ispirazione umanitaria, realistica, psicologica e auto-biografica dell’ indirizzo prevalso allora in Francia, rispettivamente con la Sand, con Balzac e con Saint-Beuve. Non già che il Nostro avesse inteso con questo asservire la letteratura italiana all’ influenza straniera o che si fosse proposto di seguire certe nuove correnti cosmopolitiche sorte alla voce del Goethe, al quale, dice, « il grande ingegno non vietò metter fuori molte sentenze leggiere alla francese, e, a volerle strizzare, di pochissimo significato, gli scappò detto un giorno non so che della letteratura Europea ». A questo riguardo ebbe anzi il Nostro a muovere una delle tante sue polemiche contro chi in Italia raccolse tale sentenza ; e determinando meglio il senso della parola « Europea » che per voler dir molto gli pareva dicesse troppo poco ; almeno secondo il concetto della letteratura o « greca o romana, che asiatica era, e africana e un po’ americana ». Nazionale, europea od universale, egli non — 110 -