suo principio come da un corollario legittimo. Il primo, formidabile nel suo realismo, tale da sconcertare l’ipocrisia delle moderne democrazie, dice : « Non è cosa contraria alla verità prendere di viva forza il bene altrui, quando non c’è mezzo di vivere altrimenti ». Principio che vale per que’ popoli che s’affacciano, ad esempio, nel Mediterraneo, e che negli sviluppi demografici aspirano a procurarsi dei sicuri granai a quelle rive, dove altri popoli, più ricchi di beni e più poveri di sangue, sfruttano il sudore altrui. Non offende pertanto la coscienza quest’assioma che guarda maschio la verità, intendendo distribuire meglio la ricchezza, mentre ancor prima del Vico, porta la sanzione dello stesso S. Tommaso ; il quale non intendeva certo introdurre nel pensiero cattolico la logica artistotelica a strumento d’immoralità. Il secondo « La vera utilità non è quella del-l’individuo ma quella della Società ». L’idea sociale del Nostro fondata nell’ordine dell’amore, come una virtù che supera praticamente ogni egoismo, trovava nell’assioma del Vico un profondo riscontro. E quest’assioma egli lancia come saetta alla fronda di lauro degl’ Immortali Principi, che fondarono una Società in libertà e uguaglianza, ma senza poterle additar una mèta, lasciando l’in- — 37 -