Ma non tutti gl’ insegnamenti che il Nostro lanciava agl’ Italiani del suo tempo furono raccolti o compresi, e per questo egli non acquistava mai quella popolarità che doveva pur soccorrere il generoso travaglio dell’ apostolo. Primo artefice del grande destino della Patria doveva essere l’amore del vero ; perciò egli considerava la passione negativa ad ogni fine ; fecondatore costante magnammo, l’affetto, che fa conoscere il bene e le vie di raggiungerlo. Ma la passione d’al-lora inebriavasi agli incitamenti sonanti, per cui del Guerrazzi si poteva leggere : « non adorate altro Dio che Sabaoth, lo spirito delle battaglie. Voi sorgerete» (Introduzione allo Assedio di Firenze). Non poteva quindi essere intesa una voce più fonda e più serena : « se compassione dei mali fraterni v’eccita all’ ire, ponete mente ai mali fraterni, e badate di non li aggravare » (Deli Educazione). Sapeva il Nostro che un’ imprudenza poteva costare anni di vergogna e di lacrime ad un popolo e che la diffusione di una verità ne’ campi dell’ intelligenza e ne’ penetrali delle anime, valeva dieci battaglie. Intendeva perciò infondere negli Italiani la sapienza morale che loro ispirasse temperanza opportuna, opportuna virtù nel sacrificio. Così, - 89 -