veri eroi, avrebbero offerto narrazioni più utili e politicamente e moralmente. Perciò il Nostro, non intendendo certo affermare 1 assoluta convenienza di alcune sue massime ne riguardi del romanzo storico, ma ammettendo che non possono non essere feconde le osservazioni in materia d’arte in generale, e di Aristotile e di Orazio, di Longino, di Voltaire e degli Schlegel, indica tre vie per superare i pericoli di questo romanzo. Rappresentare cioè quei gran quadri nella storia scoloriti e lontani, in modo che la fantasia possa liberamente spaziare e promuovere quelle scintille d’affetto che covano sotto i fatti de’ tempi. Campo largo a varie invenzioni, propone que’ secoli tenebrosi che corsero dalla caduta di Roma al sorgere di Venezia, di Firenze e di Roma moderna : drammi politici gravidi d’insegnamento, e sopratutto la Veneta costituzione, che, secondo il Sanudo, fu « primitiva e rozza » e perciò senza legislatore e senza rivoluzione, la quale avrebbe così smentito tante dottrine moderne, cui sono polarizzati, dice il Nostro, gli intelletti di certi filosofi posti sotto « il giogo delle adorate unità » (vedi Contratto sociale, ecc). Com’egli superando l’indole puerile o scozzese o guerrazzesca del romanzo storico dei suoi tempi, — 104 -