bandiva come una verità dolce e terribile, che investiva 1 grandi problemi dello spinto. Perciò era per lui, «il pensiero d’Italia tremendo mistero». Per una ben vasta causa, adunque, lottando ed amando, egli lasciava la casa paterna, pellegrino nel mondo, e con quel mesto e dolce suo sentimento cui dovevano irridere le delizie di Versailles, che contemplò nell’esilio ; e quelle colonne portanti dei nomi in lettere d oro che splendevano soltanto d’orgoglio ; que’ giardini agghindati che sapevano di piaceri infami, dando in curve languide tra cespugli e fiori, misurati come un. verso ben limitato, ma sonante a vuoto quanto il cuore e l’animo degli oziosi del Trianon o di tutta una civiltà ormai fiacca. In un passo qualsiasi del Nostro batte come in un’arteria il sangue della sua passione: amore? Conviene seguirlo nel processo del suo pensiero, conviene seguirlo lungo il suo cammino, nelle vie d esilio, nell’esilio dall’ Italia e in quello in cui lo costrinse l’umanità del suo secolo ; egli amante, che si diceva congiunto de’ sofferenti, egli che per patria aveva il dolore. Era disegno che quest’uomo venisse da un vasto confine tra due mondi ,* propizio destino, eh egli in sè recasse accoppiati il seme fantasioso