vere! Io m’accorgo d’essere invecchiato precipitosamente, perché il cuore non mi dice più nulla... Vorrei scrivere un racconto che mi sta ndl’anima da molto tempo. Vorrei tornare su certe mie liriche composte in questi dicci anni e che nessuno ha mai lette. Vorrei. Ma che vorrei! Finché io starò qui la mia resurrezione non si farà. Intanto gli anni scendono muti e avviliti nell’oblio; ancora un altro periodo breve e poi sarà finita. » E aveva appena compiuto i quaranta anni! Il Pratesi però non desisteva dall’in-coraggiarlo e pochi mesi dopo, il 24 Aprile 1879, scriveva ancora: « Tu, caro amico, mi procureresti un grandissimo piacere se tu volessi mandare qualche tuo scritto, qualche tuo ricordo dei Mille, o della tua vita militare a quel giornale. » [ *«>]