mo o all'inferno! ” è vero; e quella pareva senz’altro la via dell'inferno. Ad ogni tratto io mi aspettava di trovare la sponda del-l’Achcronte. Quali ore! Il cielo era sereno e quieto; vietato il parlare; s’aveva fame, e il sonno cominciava a pesare sulle nostre fronti. Per tutto il giorno non si aveva quasi mangiato, dormire era stato impossibile. Alcuno, scivolando, precipitava sul compagno che gli stava dinanzi e più basso, questi sopra un altro, e via via, tanto che otto o dieci, ci trovammo alcuna volta accatastati gli uni sugli altxi ed era veramente fortuna se non ci offendevamo a vicenda colle armi nostre. Eppure si scherzava! Dopo la mezzanotte eravamo sulla pianura, lontani poche miglia da Palermo. I cani latravano dai casali sparsi per la campagna, e sulla nostra destra sentivamo il rumore del mare... » (i). 3° maiS'°- Comtnto di S. XkttJa - Palermo « ...Al ponte dell’Ammiraglio, presso Porta Termini, trovammo una resistenza quasi feroce. Sulla via, sugli archi, sotto il ponte, e (l) r. Xtlmllt cit.. pp. 140-141. [J4]