Palermo, non poterono che essere simili a questo. Un altro dei Mille, il generale Pitta-luga, scrisse che « dotato dalla natura di un acuto spirito di osservazione, l’Abba, istintivamente e senza preconcetti, scriveva sul taccuino le cose che lo interessavano. » (i). Ed è una verità semplice a piana, facile a credersi perché aderente aLla realtà di ogni tempo. La versione, vedremo poi quante volte ripetuta, che il taccuino, che finora nessuno aveva esaminato, non fosse altro che il manoscritto delle No/e-relle, doveva apparire assurda, ancor prima che per considerazioni artistiche, per ragioni di fatto, e per rispetto al valore di un combattente sul serio. Sulla tolda del bombardo o sul campo di Calatafimi non si scrive un libro della (i) Tea. Gcn. Giovanni Pittaioga, nell'opuscolo: C. C. AUtt, a*11'tome iti sm mups/trt m bruna. Hre- sela, Tonini, 1910. [67]