uore diventa più espansivo, e noi godiamo narrare le nostre sventure anche ad un ignoto. Ella mi disse del suo paese natale, della sua famiglia, della sua giovinezza; con quella passione che traspira dalle parole d’una fanciulla a 20 anni. Povera sventurata! Quanti anni ancora le rimangono a piangere la vita, sepolta fra quelle mura? E mi narrò d’altre sue compagne infelici... » (x). Luglio 1860. « ...Enna, la odierna Castrogiovanni, è ima delle più care città di Sicilia. Dall’altezza su cui sorge, domini col tuo sguardo un immenso orizzonte; e lontano lontano, ma che pure sembra ti penda sul capo, t’appare l’Etna. Vi si vedono gli avanzi d’un tempio sacro a Cerere, ed a cinque miglia v’ha il lago Pergo o Pcrgusa, in mezzo a prati fecondissimi e fioriti. Circa lacus ¡ucique sunt plurimi, et laetissimi flores omni tempore anni. Cosi mi ricordo di aver letto in Cice- (O Nelle SttmiJt $i parla della vecchia monaa che mi-»lev» ai colloqui con la giovane professa nel convento della Pietà sotto la data del 17 giugno; ma di questo brano non r'i traccia. C 58 ]