re a lui per il tramite dello Sciavo da poche settimane trasferito a Bologna con la promozione a Maggiore. « Non ho più lavorato a quelle note che tu con tanto affetto mi hai raccomandate — scriveva da Cairo, l’8 febbraio 1880, l’Abba al Pratesi. — Però non passerà la primavera senza che io v’abbia dato l’ultima mano. Tra pochi di ti manderò dei fogli. Intanto n’ho mandato un brano al maggiore Sciavo che ora è a Bologna dove vedrà il Carducci. » Se non erro, qui possiamo ristabilire l’origine e la portata di quella specie di leggenda alla quale abbiamo accennato in principio. Ai primi di Febbraio del 1880, dunque, l’Abba inviò allo Sciavo un « brano» del Diario nella redazione che fu pubblicata di li a poco e col preciso scopo, secondo il consiglio del Pratesi, di chiedere al Carducci di raccoman- [ "4]