colle mie iniziali e col titolo Noterelle d’Uno dei Mille pubblicate da un amico dopo ventanni (G. C. A.). » E, ripreso subito dallo sconforto, proseguiva : « Non so che accoglienza avrà. Spero poco. Gli italiani trambasciati ¿ail’interesse non badano addietro. Pigliano il paese com’è venuto e per quanto può valere; del resto si curano nulla. Con questo non intendo far censura al mio paese, perché non farà plauso al mio scrittarello. Non l’avrei neanche stampato, se non fosse stato per celebrare alla mia maniera il ventesimo anniversario della impresa trovandomi vivo, mentre non avrei creduto mai d’arrivare sin qui. E sono arrivato purtroppo. » Il io Maggio scriveva ancora al Pratesi: « Ti posso proprio dire che tu solo mi hai tenuto su dacché ho voluto stampare qualcosa; il silenzio che si è sempre fatto intorno ai miei scritti, l’hai rotto tu solo o [ I24 ]