mente fra gli scritti che vi trovo. Io non ho studi sufficienti; sono un empirico; talvolta mi caccio le mani nei capelli e mi vergogno, e do a me stesso dell'imbecille per aver creduto un tempo di essere buono a qualche cosa nell’arte dello scrivere. Credilo, Mario, tu mi apprezzi più di quel che valgo: tu ti sei illuso sul valore del mio ingegno: forse, ero nato artista; mancai a me stesso da giovanetto, e non sono più buono a nulla. » Chi scrive cosi non è certamente un uomo al quale il Carducci avrebbe parecchi mesi prima dichiarato che le sue Noterelle erano una meraviglia e che le passava allo Zanichelli per la stampa! Il Pratesi gli risponde il 29 Maggio (1878) riconfortandolo ed elogiando ancora una volta i versi giovanili e il romanzo poco fortunato. E insiste: « Tu non lavori e ti disperdi in querele vane. Alla Rassegna potresti mandare qualche scena ben dipinta, e che raccolga in sé [98]