luogo sicuro; forse una Madre avrebbe potuto cercare di quella povera morta; già eravamo curvi, già la reggevamo, quando, gli urli improvvisi dei nemici, che sbucavano dalla breccia d’una casa vicina, ci chiamarono ad altro, e una scarica a trenta passi, ci costrinse a ritirarci di là. Erano molti; e noi due... » (i). « I funerali del giovane Colonnello Tuko-ry, furono i più commoventi ch’io m’abbia veduti. Facevano corteo quasi tutti i nostri superstiti; e una moltitudine infinita di cittadini e d’insorti d’ogni parte dell’isola. Il dolore questa volta fu veramente dolore. Le vie asserragliate a brevi intervalli, qua e là palagi minati tino alle fondamenta, il lastrico delle vie sconvolto; dovunque l’occhio (2) si volgesse orme ancor calde della lotta feroce di tre giorni; ecco la scena su cui si compiva (1) Nella nota M’Arrigt manca la consueta datazione, tonimi!» dall'avvertenza: «A provare quanta loue la (crocia dei borbonici, tolgo il seguente brano dal »olito Diario». Ma il brano faceva certamente parte delle pagine datate, come i brani precedenti, « jo maggio. Convento di S. Niccoli Palermo» perché con la unu indicazione t nmawo ndl’ampia narrazione delle StttnUt (ed.ctt.pp. 15*159) tono eguale datazione. (1) Per evidente errore, nell Vtrnja i stampato: «orecchio». [ 56 3