300 XI. - l’italia e la questione d’okiente tesie verso la Turchia con le quali la Germania ha ottenuto e ottiene nell’impero una posizione privilegiata per i suoi prodotti, per le sue concessioni.... e per i suoi banchieri. Non è egli strano che queste cose le quali, come ognuno vede, ne spiegano molte altre, e che hanno un’ importanza molto al di là di una questione di forma, sieno ignorate da coloro cui è affidato l’incarico di dirigere la nostra politica estera? Tutta la nostra rappresentanza politica e consolare in Oriente è sempre stata trascurata, specie in questo ultimo periodo nel quale la nostra inferiorità è apparsa tanto più inquantochè dalla Consulta si era data alla nostra politica una intonazione rumorosa, che almeno non aveva prima. In una lettera che nello scorso marzo ho indirizzato da Uskub al Direttore del Corriere della Sera, ho narrato la storia del Consolato di S. M. il Re dTtalia in quella città. Quella lettera ebbe qualche eco nella stampa italiana, x) e la Consulta si decise *) Ecco qualche brano di quella lettera: Quando si scende dalla stazione, si vedono subito sette od otto bandiere, quelle d’Austria, Germania, Inghilterra, Russia, Francia, Grecia e Rumenia che sventolano sui rispettivi Consolati. Le lascio immaginare la mia impressione dolorosa nel non vedere fra quelle bandiere quella del mio Paese. Qui, questo Consolato, da una parte dovrebbe irradiare la sua influenza in Albania e controbilanciare un po’ la propaganda continua ed efficace che vi fa a danno nostro l’Austria, dall’altra dovrebbe seguire attentamente la politica dell’Austria a Novi-Bazar e a Mitrovitza. Il Consolato, sebbene tardi, le diceva testé, fu istituito ! Sì. Fu istituito, sette od otto mesi fa. E il Ministero mandò qui, come Console, il signor Rossi, che mi dicono un egregio