L'organizzazione rivoluzionaria in Macedonia 138 1’ avanzamento degli altri, cui è ora di danno l’essere stati fedeli al loro legittimo Sovrano, ha creato un certo malessere nell’esercito. Da questo punto di vista le aspirazioni macedoni, la parte attiva che al movimento insurrezionale prendeva l’esercito e la formazione delle bande, aiutata e incoraggiata da tutta l’ufficialità indistintamente, erano come una distrazione, che faceva tacere questi risentimenti e questi dissidi. Però, più ancora che non dalle bande organizzate nel Principato, la rivoluzione è preparata — e da parecchi anni — dal Comitato rivoluzionario in Macedonia, il quale era — almeno fino a tempo fa — in un certo antagonismo coi Comitati macedoni di Sófia. Tutta la Macedonia, a questo fine, è divisa in tanti distretti, i quali, a loro volta, sono suddivisi in tanti villaggi. L’organizzazione per la insurrezione, che dovrebbe scoppiare in tutto il paese a un segnale convenuto e quando i capi del movimento lo crederanno opportuno, e la propaganda, sono condotte avanti di pari passo. In ciascuno di questi villaggi il Comitato insurrezionale è rappresentato da cinque, sei, fino a dieci persone, che si chiamano i fedeli, le quali vivono tranquillamente in mezzo alla popolazione, facendo i contadini o un altro mestiere, circondati dal rispetto e dalla deferenza più assoluta. Oramai sono essi ohe amministrano la giustizia in alcune di quelle disgraziate regioni, poiché è ad essi che ricorrono i contadini in caso di conte-stazioni di qualunque genere tra di loro e accettandone senza discutere il giudizio. L’organizzazione trae naturalmente una gran forza dal segreto. Vi sono parecchi stadii di iniziazione, precisamente come nelle società segrete, e pochi sono