22 I. - LA MACEDONIA l’Austria il doppio scopo di separare i due rami della razza serba, il Montenegro e il Regno degli Obrenovich, e di tenersi aperta, attraverso il san-giacato, la strada di Salonicco per le eventualità future. Con quella occupazione fu altresì gettato il germe della discordia fra Serbi e Bulgari, che doveva condurre pochi anni dopo ad una guerra fratricida. Tolta alla Serbia ogni speranza, almeno pel momento, d’ingrandirsi, là dove doveva volgere naturalmente le sue aspirazioni, l’ingrandimento della Bulgaria, quando nel 1885 fu annessa al Principato la Rumelia Orientale, ruppe l’equilibrio tra gli Stati balcanici a danno della Serbia. E fu l’Austria ancora che, fedele al programma iniziato al Congresso di Berlino, approfittò del malcontento dei Serbi, per incoraggiarli e spingerli alla guerra. Re Milano fu il primo a riconoscere l’errore deplorevole in cui era caduto. A Sofia, un antico amico bulgaro, il signor Kaloheff, un milionario di Filip-popoli, che con lo Stoiloff e il Grecoff dopo l’abdicazione del Principe Alessandro, fece parte della commissione eletta dal Sobranió che andò a far visita a tutte le Corti per interessare i Sovrani d’Europa alle sorti del suo Paese, mi raccontò, a questo proposito, un aneddoto poco conosciuto. La Commissione partendo da Sofia — si era nel 1886, pochi mesi dopo della guerra — aveva naturalmente stabilito di non fermarsi a Belgrado. Ma quando arrivò a Nisch, allora testa di linea della ferrovia, Re Milano, avvertito del loro passaggio, con un tele-gramma mise a loro disposizione un treno speciale, pregandoli vivamente di fare una breve fermata a Belgrado, dove sarebbe stato lietissimo di riceverla.