avuto finora soverchio esigenze, e produce un’ impressione di sorpresa — dopo avere per tanto tempo sentito parlare della Scupcina, o aver letto da anni e anni tutti i telegrammi con i quali le agenzie telegrafiche di Europa ci tengono assiduamente informati delle sue gesta — il trovarsi di fronte a una grande baracca, la quale, a chi non sa che sia, può sembrare destinata a tutt’altro uso che non a quello di albergare.... la sovranità popolare. Ma anche a questo si sta rimediando. E poichò da qualche tempo la Serbia si è data il lusso di avere essa pure una Camera Alta, è già stato approvato anche il progetto per la costruzione di un nuovo edificio per i due rami del Parlamento. Contuttociò, per ora almeno, i deputati sono a spasso. Sotto la forma di un decreto di proroga, il Re prima ha tirato tanto di catenaccio sulla vecchia baracca, dove i rappresentanti della Nazione non volevano saperne del Ministero Zinzar-Marcovic, formato da questo generale, d’ordine del Re, come un gabinetto d’affari all’infuori dei partiti: poi, ai primi di aprile, ha fatto annunziare che in vista dei gravi avvenimenti della Penisola Balcanica la Costituzione, che era andata in vigore nell’aprile del 1901, era soppressa. Il Re, che da parecchio tempo stava a Nisch, dove suole passare una parte dell’anno, per l’appunto il giorno che arrivai a Belgrado aveva fatto ritorno alla capitale onde prender parte a una delle grandi solennità cui assistono ogni anno, coi Sovrani e il corpo diplomatico, tutti i grandi dignitarii dello Stato. L’8 di marzo ricorre l’anniversario della proclamazione del Regno. Cortesemente invitato dal Ministro degli Esteri, ho potuto assistere al Te Dettm