28 T. - LA MACEDONIA zione è molto seria, e che la rivolta già scoppiata qua e là, può prendere da un momento all’ altro vaste proporzioni. La questione della Macedonia s’impose ancora una volta alle Potenzo, le quali non ignorano che cosa sia una repressione turca, e che parvero comprendere finalmente i pericoli della situazione, sia per le disgraziate popolazioni cristiane ancora soggette alla Turchia, sia per le gravi complicazioni che ne potrebbero essere la conseguenza. L’Austria e la Russia hanno elaborato quel progetto di riforme presentato al Sultano, e da questi accettato con una sollecitudine che contrasta con le abitudini della Sublime Porta. Hilmi pascià, l’ispettore generale nominato in seguito alle proposte austro-russe, si è messo all’opera. Ma s’è incominciato dal perdere molto tempo nel compilare regolamenti sopra regolamenti, e i Consoli che devono naturalmente controllare l’esecuzione delle riforme, alla fine di marzo e in principio di aprile erano ancora senza istruzioni. Anch’essi aspettavano e forse aspettano ancora un regolamento.... L’opera dell’ispettore per le riforme è intralciata dalla necessità di prendere le misure opportune contro la rivolta albanese. Intanto sui monti comincia il disgelo e dalla Macedonia giungono notizie le quale fan credere che le popolazioni, non avendo alcuua fede nelle riforme, non aspettano che il bel tempo per proclamare l’insurrezione generale. Chi la reprimerà? In un suo rapporto scritto nel marzo dello scorso anno quando pareva imminente l’insurrezione, e che è pubblicato nel Libro Giallo distribuito quest’anno,