46 II. - IN SERBIA due rappresentanti della Russia pregandoli di far sentire nel Congresso la loro voce in favore della Serbia. Ma i Delegati russi, che si presentarono a quel Congresso come dei vinti più che dei vincitori, e che sapevano di avere contro la coalizione delle Potenze, dichiararono apertamente che non potevano assumersi l’incarico, poiché la loro azione sarebbe rimasta inefficace. Fu allora che Re Milano, — anzi il Principe Milano, perchè la proclamazione del Regno ebbe luogo qualche anno dopo, nel 1882, — scrisse personalmente al conte Andrassy, il quale fu largo di buone parole e di promesse col giovane Principe. Viceversa, nella sostanza, non ebbero alcun riguardo per la Serbia. Il Ristich non potè nemmeno perorare la causa del suo Paese nel Congresso perchè non vi fu ammesso — quantunque la Serbia fosse stata uno degli Stati belligeranti — mentre ammisero a difendere gli interessi del suo Paese il rappresentante della Grecia che non aveva preso parte alla guerra. Malgrado l’occupazione della Bosnia e dell’Erzegovina, il paese classico della razza serba, avevano sperato che almeno l’Austria avrebbe cercato di giovare agli interessi economici della Serbia. Ma anche da questo punto di vista la politica austriaca è stata un’amara disillusione. I Serbi si rimproverano ora molto amaramente di essersi lasciati cullare dalle speranze di aiuti che non sono venuti. Anche nella questione della propaganda serba in Macedonia, l’opera loro è stata paralizzata, perchè si era loro sempre promesso e fatto capire che, al momento opportuno, si sarebbe tenuto il dovuto conto delle loro legittime aspirazioni. Intanto