210 VII. - SALONICCO come ad Uskub e come del resto accade in qualunque città turca! Un Console austriaco che ho incontrato in ferrovia e col quale si è parlato di molte cose relativamente a questi paesi, quando il discorso cadde su Salonicco, mi raccontò con una grande e legittima compiacenza come già da qualche "tempo a Serra-jevo — che venti anni fa era ancora un grande villaggio turco — la stagione delle corse sia molto brillante, e xi si corrano premii di venticinque mila corone! Non aggiunse altro, forse per un sentimento di delicato riguardo verso di me che sapeva italiano. Ma l’intonazione con cui disse queste cose non mi poteva lasciare alcun dubbio sul pensiero suo a proposito di Salonicco! Eppure è tanta, e cosi forte l’italianità di Salonicco che le stesse poste austriache.... hanno l’insegna in italiano. S^tto lo scudo dall’aquila bicipite all’ingrtsso dell’ufficio si legge: I. li. Foste Austriache. Ed è a quell’ufficio che a Salonicco dobbiamo andare noi pure per impostare le nostre lettere, poiché mentre vi è, oltre l’austriaca, la posta tedesca e la francese, non vi è una posta italiana! Siamo nella stessa condizione della Spagna i cui sudditi mandano le loro lettere per mezzo della posta francese ! Perchè ? Perchè, mentre si spendono tanti denari inutili? i Ministri che si sono succeduti alla Consulta non han pensato all’istituzione di un simile ufficio? So benissimo ohe dal punto di vista pratico se ne può fare benissimo senza, poiché la posta austriaca fa un ottimo servizio. Ma la cosa va considerata anche da un altro lato. Ed è veramente doloroso che, proprio a