Vili. - MONASTIR Dopo ohe i primi moti in Macedonia hanno richiamato ancora una volta l’attenzione dell’Europa su questi infelici paesi dal marzo in poi, qualche addetto militare, qualche corrispondente di giornali s’ò spinto fino in quei paesi, e ha potuto constatare la desolazione e la miseria in cui vivono, e le prepotenze che debbono subire da parte degli Albanesi e da parte dei soldati turchi, quando non riescono a sottrarvisi colla fuga. Quando un europeo vi capita, e che le Autorità non han fatto a tempo, o non hanno potuto prendere le solite precauzioni per isolarlo, è circondato come un messia. V’è in tutti la speranza ohe avendo egli veduto e potendo raccontare ciò che accade, finisca per muovere a pietà le Potenze cristiane, per deciderle a fare qualche passo...! Nel marzo sono passati in parecchi villaggi dei dintorni di Okrida gli addetti militari di alcune Potenze, incaricati dai loro Governi di recarsi sul posto e di riferire, ed alcuni corrispondenti mandati da qualche gran giornale di Parigi e di Londra, e al loro arrivo in parecchi paesi fu ripetuta la stessa scena straziante dinnanzi alle Autorità turche ed ai gendarmi. Essi avrebbero ben voluto impedirla, ma han dovuto per forza mantenere un certo riserbo, sapendo che agendo diversa-mente questa volta le cose si sarebbero sapute, in Europa, e che il Governatore li avrebbe forse puniti. Dappertutto un’intera popolazione di donne, di ragazzi, circonda i viaggiatori, urlando, domandando per pietà di proteggerli, di condurli via, non importa dove, in capo al mondo, pur di sottrarli a un lento martirio. Le poche persone ohe hanno potuto spingersi un po’nell’interno dove non ci sono