96 IV. - IN BULGARIA come avviene del resto in tutti i partiti rivoluzio-narii, il Comitato o i Comitati Macedoni si sono serviti spesso d’elementi tutt’altro ohe buoni, e talvolta di gente della peggiore specie. A Sofia poi si è un po’ passato il segno tanto nell’ assoldare e nel servirsi di elementi pericolosi, come nel modo con cui per un certo tempo la propaganda fu fatta, col terrore, e raccogliendo i fondi per la rivoluzione con le minaccio. Anche i tribunali erano terrorizzati e non osavano condannare nemmeno omicidi i quali avevano confessato il loro delitto, se dichiaravano di avere ucciso per ragione politica onde punire lo spionaggio e il tradimento. Gli strumenti di queste vendette erano generalmente giovani macedoni abilmente scelti nelle provinole limitrofe del Principato e in quei villaggi dove l’oppressione turca è stata più feroce. Parecchi fra i delitti che più impressionarono in quel periodo di tempo, furono commessi da giovani al disotto dei vent’anni. Lo Stambuloff con mano ferrea e mostrandosi inesorabile contro questi elementi, era riuscito a impedire il ripetersi di simili fatti. Fatto segno a continue minaccio, da ultimo non poteva più uscire che circondato da una numerosa scorta. Ma, dopo essere sfuggito a parecchi attentati, finì per cadere appunto per mano di questi fanatici assoldati dai suoi implacabili nemici. Il Petkoff, malgrado sia all’opposizione e attacchi violentemente nei giornali l’attuale Ministero Daneff, ha pronunziato recentemente un discorso per approvare le misure prese contro i Comitati Macedoni, dolendosi però che sieno state prese troppo tardi. Vedete, — mi diceva per l’appunto una sera