322 XI. - L'ITALIA E LA QUESTIONE D ORIENTE “ mantenga lo stato attuale, finche sarà possibile j “ ma indipendentemente dalla stessa nostra volontà, “ possono verificarsi avvenimenti che rendano ne-“ cessaria un’altra politica. In tal caso appunto, le-“ intime relazioni e lo stretto accordo con la Russia “ renderanno possibile di trovare ima soluzione fa— “ vorevole ad entrambe. „ Già gli accordi di questo genere sono sempre pieni di compromessi, e la storia della questione d’Oriente è feconda di esempii nei quali gli accordi palesi non hanno altro scopo che quello di mascherare i patti segreti. Nè sarebbe la prima volta che l’Austria e la Russia si mettono d’accordo per la tutela dei loro-interessi.... sulle spalle degli altri. Fu solo nel 1889, cioè tredici anni dopo, che, fra la meraviglia generale, le rivelazioni del Principe di Bismarcb confermarono come nel 1876 l’Austria avesse avuto dalla. Russia l’offerta segreta della Bosnia e dell’Erzego-vina in cambio della promessa di serbare la neutralità nella guerra che stava preparando contro la Turchia. Con quella offerta del 1876 la Russia continuava,, del resto, un’antica tradizione. Un secolo prima, Caterina II aveva seguito presso a poco la stessa linea di condotta e fatto offerte simili all'impero degli Asburgo. Pochi anni dopo la guerra del 1768, nella quale anche allora non aveva potuto-cogliere tutto il frutto delle sue vittorie perchè fu fermata dal contegno minaccioso della Prussia e dell’Austria, la Russia sottopose a Giuseppe II un progetto di spartizione. Le due Potenze alleate dovevano creare uno Stato nuovo, la Dacia, che-avrebbe occupato una parte della Penisola Balcanica. L’Austria avrebbe avuto la Bosnia, l’Erzego—