9*2 IV. - IN BULGARIA gna; ora, era appena arrivato a Sofia, e mentre tutto pareva tranquillo, quando incominciarono i guai. Ed è facile immaginare come si sia trovato in un ambiente diffìcile, egli che è il rappresentante della Potenza Sovrana, quando, nella prima metà di febbraio la guerra pareva imminente, e al Club del-l’Unione, dove egli va ogni sera come tutti gli altri Diplomatici, i suoi colleglli discorrevano della opportunità di far partire le signore da Sofia. A parte le circostanze eccezionali come queste, la posizione del Commissario Imperiale Ottomano è sempre delicata e imbarazzante perchè, dal punto di vista dei Trattati, la Bulgaria fa ancora parte integrale del territorio ottomano, mentre in realtà — a parte le capitolazioni ancora in vigore e quindi i cavas dei Consolati ohe ricordano come, ufficialmente, si sia ancora in Turchia — è oramai un paese indipendente. Almeno per tutte le altre Potenze, e all’infuori della Germania ben inteso, la quale, anche a Spfia, dà al l'impero Ottomano continue prove di deferenza. Tutte le Potenze europee sono rappresentate a Sofia da Ministri plenipotenziarii. Soltanto, alle Missioni accreditate presso il Governo di S. A. R. il Principe Ferdinando si dà il nome di Agenzie diplomatiche invece di chiamarle Legazioni, secondo il precedente stabilito da gran tempo per le rappresentanze diplomatiche presso Stati sottoposti a su-zeraineté. Si fa lo stesso per l’Egitto. La Germania non manda invece che un semplice Console Generalo per far capire ben chiaro come non ammetta la possibilità di relazioni politiche con la Bulgaria. Non solo. Ma mentre tutte le Potenze, specialmente dopo il riconoscimento ufficiale del 1 rincipe, prima di mandare il loro rappresentante