192 VII. - SALONICCO le poche fermate e il movimento dei viaggiatori relativamente assai scarso. Ma già in Turchia nessuno ha premura, e qualche volta ci si ferma ad una stazione un quarto d’ora o anche mezz’ora se debbono salire soltanto quindici o venti persone. Guai poi se deve partire un pezzo grosso deH’Annninistrazione ottomana o anche semplicemente un ufficiale superiore. Allora il capo treno, per dare il segnale della partenza, deve aspettare che il sullodato signore abbia fatto tutti i suoi comodi, magari che abbia finito di prendere il caffè o di accendere la sigaretta.... A nessuno viene in mente di protestare. Sembra la cosa più naturale del mondo. D’altra parte, fuorché nell’estate, quando v’è un certo movimento di Europei che da Salonicco vanno a Pest e a Vienna o ne ritornano, nel treno non v’è che gente in fez, quindi o Turchi o gente da un pezzo abituata a queste delizie. La Società austriaca, che ha costruito ed esercita la linea, ha una forte garanzia chilometrica, per cui non ha alcun interesse a migliorare il servizio. I suoi proventi non crescerebbero. Qualche anno fa la Compagnia degli sleeping-cars, in via d’esperimento [ aveva messo una carrozza sul treno Salonicco-Nish-Belgrado; ma fu soppressa dopo poco tempo stante 10 scarso numero di viaggiatori che ne approfittavano. Quanto alle merci, le tariffe eccezionalmente elevate impediscono al commercio di servirsi di questa linea. E, dal momento che in un aumento del traffico la Società non avrebbe da guadagnare, visto che ha un reddito chilometrico assicurato in qualunque modo, con tali tariffe eccessivamente alte serve forse un concetto politico. Impedisce cioè alla Serbia di approfittarne per l’esportazione del