Hegel) pascià 67 essendo stato costretto a ferire interessi ohe stavano molto a cuore di alti funzionari di Palazzo di origine albanese, aveva anche in questi ultimi dei nemici accaniti. Costoro non durarono una gran fatica a svegliare sospetti e timori nell’animo del Sultano. — Se Regeb pascià ha tale potenza sugli Albanesi, — ripetevano ad ogni occasiono, — allo stesso modo che li ha costretti ad obbedire al Sultano, potrebbe anche, ove ciò gli giovasse, rivoltarglieli contro.... E un bel giorno, Regeb pascià fu mandato in mascherato esilio, come Governatore ad Aleppo, prima, e poi, da qualche anno, come Governatore a Tripoli dove, dicono i suoi amici, tanto per far qualche cosa, si diverte a fare e disfare il piano di difesa per respingere — quando verranno — le truppe italiane!... All’infuori del breve tempo che durò la missione di Regeb pascià, gli Albanesi hanno sempre avuto nell’impero Ottomano, da trent’anni a questa parte, una posizione privilegiata che il Sultano ha riconosciuta ufficialmente. Com’ò noto, gli Albanesi dopo la guerra russo-turca, non vollero cedere alcuni territorii che, secondo il Trattato di Berlino, dovevano passare al Montenegro. Aiutati sottomano dal Governo Turco, il quale sperava di potersi servire di questa loro resistenza per non mettere in esecuzione le disposizioni del Trattato relativamente alla cessione di que’ territorii, costituirono allora quella grande Lega Albanese alla quale parteciparono tanto i Mussulmani che i Cattolici, e il cui scopo era di ottenere l’autonomia dell’Albania. Questa Loga fu per parecchio tempo padrona assoluta del Paese. Il Montenegro, di fronte