114 IV. - IN BULGARIA Salendo le scale ho avuto la gradevole sorpresa di sentirmi dare il benvenuto in perfetto italiano dal maggiore di servizio, un distinto ufficiale che è stato parecchi anni in Italia, dove ha seguito il corso della scuola di guerra a Torino. Sono circa una trentina gli ufficiali che per la stessa ragiono sono stati in Italia, ora quasi tutti arrivati al grado di maggiore o tenente colonnello. Naturalmente tutti quanti parlano benissimo la nostra lingua. Ricordano con grande entusiasmo gli anni passati a Torino, dove conservano numerose amicizie, e sono rimasti in corrispondenza con moltissimi ufficiali del nostro esercito, antichi loro compagni. E del pari in italiano, mi rivolse subito la parola il signor Dobrovich, il Cancelliere degli Ordini Cavallereschi, e nel tempo stesso segretario privato del Principe. Anche il Dobrovich era un’antica conoscenza. Egli fu il segretario di quella Commissione che nel 1887 fece il giro delle Corti d’Europa. E abbiamo ricordato assieme un famoso discorso che egli dovette improvvisare, quando una dimostrazione di studenti a Roma venne dinanzi all’Albergo del Quirinale per acclamare i delegati e protestare contro la Russia. Siccome il Dobrovich era il solo che parlasse italiano, fu lui 1’ oratore della Commissione. Il modesto segretario è diventato ora un personaggio, che il Principe onora della sua completa fiducia, o tutti convengono non potrebbe essere meglio collocata. Il Principe parla egli pure benissimo l’italiano, avendo passato nel nostro Paese parecchi anni della sua infanzia e perchè la Principessa Luisa parlava d’abitudine in italiano. — Anzi — mi diceva S. A. — non solamente par-