La gravità della situazione 289 Si vede che le bande bulgare mandano ad esecuzione il loro programma. — Faremo tali cose — mi diceva uno dei capi delle bande a Sofia — che finiremo per forzare la mano alle Potenze. Ora non possiamo nemmeno più tornare indietro. Se abbandonassimo la partita sarebbe come un abbandonare tutta la gente che ha parteggiato, che ha manifestato simpatie per noi, alle vendette atroci dei soldati turchi. Non arretreremo dinanzi a qualunque eccesso, e posto che oramai abbiamo e sappiamo come procurarci della dinamite, seguiteremo a servircene. Visto che tutto quanto è avvenuto in questi due o tre mesi non ha avuto alcun resultato e che dei massacri avvenuti da una parte e dall’altra l’Europa ha finto di non accorgersi nemmeno, adottano ora un’altra tattica. Sanno benissimo che il solo tasto sensibile è quello degli interessi. Hanno quindi iniziato un nuovo programma facendo prima saltare qualche ponte, poi han gettato le bombe contro le banche di Salonicco. Le Potenze sperano ancora di dominare gli avvenimenti e che il Governo Turco riesca da sè ad impedire il rinnovarsi di simili attentati. Ma sono state costrette a mandare le navi nelle acque di Salonicco. La situazione è certamente aggravata, e Un colpo di testa del Sultano, al quale il partito militare fa intravvedere la guerra come l’unico diversivo alle grandi difficoltà che attraversa l’impero, potrebbe precipitare gli avvenimenti. In Turchia e nell’ert-tourage del Sultano vi' è la convinzione che, come già fece per la Grecia, l’Europa assisterebbe con le armi al piede a una guerra che con ogni probabilità finirebbe con la peggio per il giovane Princi-V. Mantegazza, Macedonia. 19