La questione delle Chiese rano a impadronirsi di tutta o parte della Macedonia, fondando lo proprie aspirazioni specialmente sulle tradizioni storiche oltreché sui fratelli di razza che la abitano. Mentre i Greci invocano i grandi nomi di Filippo e di Alessandro, i Serbi e i Bulgari invocano i ricordi più recenti dei Re serbi di Macedonia e della potenza dell’impero Bulgaro. Allato alla tradizione storica v’è la questione delle chiese, una questione essenzialmente politica e che complica vieppiù il problema balcanico. Sotto la dominazione turca, quando ogni sentimento di nazionalità pareva attutito, due cose erano in certo modo il segno di riconoscimento fra gente della stessa razza: la lingua e la Chiesa. Ma le lotte per la nazionalità delle chiese — ed è qui opportuno il notare che mentre la Chiesa Cattolica ha carattere universale, la religione ortodossa ha carattere nazionale — cominciarono e furono assai vive anche prima della conquista ottomana. Per parecchi secoli la Chiesa Ecumenica Ortodossa, che ha per capo il Patriarca Greco di Costantinopoli, ebbe sotto di sè tutte le popolazioni cristiane della Penisola senza distinzione di razza. Ma quando, tanto i Bulgari che i Serbi si costituirono in nazione, mirarono subito a rendersi indipendenti anche dal punto di vista religioso. Sembrava loro intollerabile di dover dipendere, religiosamente, per l’appunto da quell’elemento greco contro il quale avevano dovuto combattere grandi lotte per arrivare alla indipendenza nazionale, — e ben presto proclamarono la Chiesa Nazionale. Il capo religioso dei Bulgari prese il nome di Esarca, e si chiamò Patriarca Serbo, quello dei Serbi. Dapprima il Patriarca di Costantinopoli scomunicò-