144 V. - IL MOVIMENTO MACEDONE IN BULGARIA Gli è che il Pi’incipe e il Governo — ne sia a capo il Daneff o altri — si trovano, di fronte alla questione macedone, in una situazione imbarazzantissima, non solo per la questione estera, ma anche per la politica interna. Ho detto dell’ammirazione che meritano quegli ufficiali i quali, al comando di una banda di quaranta 0 cinquanta uomini, fanno prodigi di valore e riescono a tenere in iscacco grossi reparti di truppe turche. Ho più volte accennato al patriottismo bulgaro e agli entusiasmi che desta la questione ma codone. Ma giustizia vuole dica altresì come la medaglia abbia il suo rovescio. I famosi Comitati, e specialmente quella parte con carattere più accen- . tuatamente rivoluzionaria, avevano finito per raccogliere intórno a loro anche gente della peggiore spe- ' eie, e s’imponevano col terrore. Onde avere denari per la causa macedone, ricorsero alla minaccia, e la minaccia fu più d’una volta mandata ad effetto quando alle richieste troppo ingenti fu risposto con un rifiuto. Parecchi delitti rimasero impuniti, poiché questi elementi erano riusciti ad imporsi anche ai tribunali. Lo Stambuloff, che fu poi vittima di assassini a cui costoro avevano armato il braccio, era riuscito a metterli a posto colpendoli inesorabilmente, ma ripresero più che mai ardire dopo la sua morte, e 1 Governi che si succedettero non seppero, non vollero o non poterono mai, per un complesso di ragioni, spiegare un’azione energica. Ciò fa loro torto. Come fan torto ai Bulgari certe atrocità commesse dalle bande rivoluzionarie, per le quali non giova la scusa posta innanzi, ohe cioè si tratta di rappresaglie. Tutto ciò può alienare, o per lo meno diminuire le simpatie che il giovane Prin-