156 VI. - USKUB nica, qualche volta dando luogo a veri combattimenti, fra il bellicoso Vescovo Firmillan e il clero greco s’addivenne finalmente ad un componimento, al quale il Firmillan non ha potuto opporsi perchè la chiesa è di proprietà del Patriarcato Greco. Una domenica vi officia il Pope Greco in greco, e la domenica successiva il Vescovo Serbo in serbo. Ma non è detto che da un momento all’altro nuovi guai non possano ancora sorgere, poiché, in fondo, questo temperamento non ha soddisfatto nessuno. A Uskub vi sono cosi chiese bulgare, greche, serbe e da qualche tempo vi è anche una chiesa cattolica. Nella Vecchia Serbia e nelle montagne del Ka-radagh vi sono alcune parrocchie cattoliche di Slavi e Albanesi, ma sopratutto di questi ultimi, giacché, su circa quindicimila — a tal numero si fanno ascendere i Cattolici — solo tre o quattromila al massimo sono Slavi. Uskub è sede di un Vescovo cattolico col titolo di Arcivescovo di Scopia e di tutto il Regno di Serbia che gli è sempre stato riconosciuto dai firmani imperiali, sebbene i Cattolici del Regno sieno sottoposti a altra giurisdizione. L’Austria sa abilmente trar partito anche dalla propaganda religiosa per la sua politica. Seguendo un sistema precisamente opposto a quello che, specie da un po’di tempo a questa parte, par quello adottato dall’Italia nella politica estera, di far cioè molto rumore per nulla, di dar fiato alle trombe per cose di nessuna importanza, l’Austria procede invece tranquillamente per la sua strada, cercando di evitare discussioni e polemiche, mettendo anzi ogni studio onde non si sappia, o si parli il meno possibile, di tutto ciò che fa. Solo a questo modo un Paese può spiegare un’azione veramente efficace.