13-4 V. - IL MOVIMENTO MACEDONE IN BULGARIA quelli che conoscono i nomi dei capi del movimento che hanno con essi qualche contatto. Nei varii gradi hanno la parola d’ordine, e i distintivi per farsi riconoscere. Tutti obbediscono ciecamente. Sono stati l’arissimi i casi di tradimento, puniti sempre inesorabilmente e prontamente con la morte. Questi fedeli hanno in ciascun villaggio l’elenco dei contadini che, al momento dato, formandosi in squadre o in bande, debbono andare a raggiungere altre bande o agire isolatamente. Sono a loro date in consegna le armi che tengono custodite gelosamente, spesso sotterrate in cima alle montagne e in luoghi quasi inaccessibili e de’ quali si può dire essi soltanto conoscono la strada per arrivarci. Il Comitato rivoluzionario, insomma, ha il suo piano di mobilitazione e i suoi magazzini di ap-prov v igionamen to. Data questa organizzazione, la lotta continua che i Macedoni al di là del confine sostengono contro i Turchi e i pericoli ai quali sono continuamente esposti, si spiega come il Comitato rivoluzionario non voglia vedere l’opera sua intralciata dai Comitati macedoni di Sofia, dove, essi dicono, invece di andare a rischiare la pelle fanno delle chiacchiere e della politica al caffè. Le bande, delle quali si è tanto parlato in questi ultimi tempi, tranne quelle autonome formate dai Comitati di Sófia, fanno parte della vasta organizzazione, e se è forse un po’ paradossale ciò che mi diceva il Ministro bulgaro a Belgrado, — essere queste bande quelle che hanno ristabilito.... la sicurezza pubblica, — è però vero che in qualche zona una certa tranquillità relativa e una certa sosta nelle angherie e nelle barbarie contro la popolazione cri-