I libri e la dogana turca 149 indistintamente per questa visita, anche se, come ho veduto io, si tratta di una vecchia signora malaticcia che cammina a stento, e che non ha con sè, in tutto e per tutto, che una cappelliera! Ma, se in Turchia hanno la cortesia di visitare il vostro bagaglio sul treno, l’operazione non è per altro delle più semplici. Guai se i doganieri vi trovano dei libri. Qualche volta li mandano fino a Costantinopoli per vedere se v’è nulla contro il Corano o contro il Padiscià. È inteso che, in ogni modo, ve li restituiscono durante il vostro soggiorno in Turchia, o quando ne ri varcherete i confini. Ma nella pratica, quando i libri sono stati trasmessi al Vali, ohe li trasmette o domanda informazioni a Costantinopoli, se si possono riavere qualche volta, è però prudente il non far soverchio assegnamento sulla restituzione. Sapendo che in Turchia non sono molto amici della letteratura, prima di partire da Sófia, mi ero sbarazzato dei pochi libri ohe aveva con me rimandandoli in Italia. Ma in ogni modo, onde non aver noie, mi ero fatto dare dal Commissario Ottomano a Sófia un lascia-passare per la dogana, che ho subito mostrato, assieme alla lettera di presentazione per Hilmi pascià, che lo stesso Perouh bey aveva avuto la cortesia di offrirmi. Nel turco è innato un sentimento di profondo rispetto per l’autorità. Appena presentato quel lascia-passare e la lettera per l’ispettore generale, l’ufficiale di dogana, parlando un discreto francese, mi disse che si metteva a mia completa disposizione, e altrettanto mi dichiarò l’ufficiale di gendarmeria incaricato della vidimazione dei passaporti. Questa deferenza dell’Autorità politica è stata su-