L’esodo dei Serbi 59 quando, in una visita che gli feci, gli domandai se credeva alla loro applicazione — non avranno il benché menomo resultato nella Vecchia Serbia fino a che gli Albanesi potranno andare armati e gli altri no. Io ricevo giornalmente, mi diceva, rapporti nei quali si narrano e sono descritti gli oltraggi, le brutalità, le prepotenze e le crudeltà degli Albanesi contro i Cristiani inermi!... La vita è così intollerabile per quelle popolazioni che in questi ultimi anni si è molto accentuato il movimento di emigrazione verso la Serbia. Il Governo di Belgrado cerca, per quanto può, di frenarlo, temendo che con 1’ assottigliarsi della popolazione serba, possano diminuire i suoi titoli e il suo diritto su quelle provincie.... Ma l’esodo continua.... La loro vita è andata diventando ancora più terribile in questi ultimi anni, giacche il numero degli Albanesi, come quello dei Turchi, è cresciuto. Molti Mussulmani che han lasciato la Bosnia e gli altri paesi passati ai Cristiani in seguito al Trattato di Berlino, si sono fermati e stabiliti nella Vecchia Sorbia. Se le cose dovessero durare ancora così qualche decina d’ànni, credo ohe i Serbi finirebbero per scomparire quasi completamente dal vilayet di Kóssovo. Nel 1890 la Serbia mandò a Pritchina un Console, appunto per incoraggiarla a resistere, per proteggere fin dove si può questa popolazione slava della Vecchia Serbia. Non furono nè poche nè lievi le difficoltà che il Governo di Belgrado dovette prima di tutto superare per ottenere dalla Sublime Porta l’autorizzazione di istituire questo Consolato. Ma poi, anche col consenso di Costantinopoli, ci vollero più di sei mesi perchè il titolare potesse alzare l’albero consolare: si chiama così in Oriente il palo pian-