158 VI. - USKUB far credere rinunzii a questo suo diritto, anche se fino ad ora non lo ha invocato e non ha guarni-gione a Mitrovitza. Siccome poi il sangiacato di Novi-Bazar e Mitrovitza finora fanno parte integrale dell’impero Ottomano, per mandare un Console a Mitrovitza dovrebbe chiedere Yexequaiur alla Sublime Porta: mettersi cioè nella stessa posizione di tutte le altre Potenze, mentre ne ha una privilegiata. La Russia poi, appena istituito un Consolato, domanda quasi sempre di fare altrettanto alla sua alleata, la Francia, che di buon grado accondiscende. Per cui in brevissimo tempo Uskub, dove non v’e-rano mai stati Consoli, ha avuto un Corpo Consolare relativamente abbastanza numeroso. L’Italia, come al solito, è arrivata ultima. Il suo Consolato fu finalmente istituito verso la fine dell’ anno scorso, ma il titolare mandato per inaugurarlo dovette lasciare il posto per ragioni di malattia e ne parti per ritornare in Italia proprio il giorno prima di quello fissato per l’innalzamento della bandiera: cerimonia che suol farsi in Oriente con una certa solennità alla presenza delle Autorità locali, della truppa che rende gli onori e di tutti gli altri Consoli, quando si apre un nuovo Consolato. Per cui da novembre ai primi d’aprile, nei momenti più importanti, da quando cioè s’insediò a Uskub per l’applicazione delle riforme l’ispettore generale, fino ai primi di aprile e durante i fatti di Mitrovitza e 1’ attentato del Console Russo, l’Italia non era rappresentata. Di tutti questi Consoli, quello più in vista è certamente il Serbo. Il Governo di Belgrado considera, a ragione, il Consolato di Uskub come un posto di combattimento molto importante, e nella scelta del