44 II. - IN SEHBIA I partiti nei quali si divide il Parlamento sono tre: il liberale, ma di un liberalismo moderato e conservatore, per cui i radicali rifiutano di riconoscerlo come un partito veramente liberale, — il progressista che è di questo più avanzato e che vorrebbe in certo modo occidentalizzare il più possibile il Paese, — e il radicale il quale vuole anch’esso avviare il Paese verso tutte le riforme della vita occidentale, ma con maggiore rispetto delle tradizioni nazionali e che propugna un largo decentramento amministrativo. Quanto alla politica estera, i liberali sono stati sempre dei russofili ad ogni costo; i progressisti erano gli austrofili, e i radicali, senza legarsi assolatamente, sono sempre stati assai poco benevoli verso l’Austria e con tendenze piuttosto russofile. Ma, come ho già accennato, da sei o sette anni il partito austrofilo non esiste quasi più, perchè gli stessi progressisti hanno rinnegato il loro antico programma. Era capo autorevole di questo partito il Garadschanine, il quale, ad un certo punto, si accorse che quella politica aveva dato dei resultati assolutamente negativi. Personalmente, era troppo compromesso per poter mutare. Disilluso si ritirò onde lasciare la mano libera ai suoi amici i quali scelsero come loro capo il Novacovich, un illustre scrittore di cose storiche, che fu più volte Ministro di Serbia a Pietroburgo, a Costantinopoli, a Parigi, e che diventò presto Presidente del Consiglio. Tale cambiamento di politica ebbe la sua manifestazione clamorosa, in occasione delle feste pel Millenario a Buda-Pest, nel 1895. In una delle grandi e sfarzose cerimonie, che ebbero luogo in quella occasione nella capitale ungherese, fra le ban-