298 XI. - l’italia e la questione d’oejente nostri Ministri e sotto-Segretarii di Stato lasciano vedere chiaramente l’inesperienza loro? Mi sia lecito a questo proposito citare un esempio recentissimo. Nella seduta del 6 maggio, rispondendo ad una interrogazione dell’onorevole Santini sull’indugio nel nominare il nostro Ministro a Sofìa, il sot-to-Segretario di Stato onorevole Baccelli dichiarò che non si era potuto provvedere perchè dal Ministero del Tesoro non era stato approvato uno storno di fondi ; quindi aggiunse che l’Austria e la Germania hanno al pari di noi degli incaricati d’affari a Sofia, senza che nessuno pensi a far di questo una colpa a quei Governi. Non voglio occuparmi della strana teoria che emerge dalle parole del giovane sotto-Segretario di Stato, che cioè la rappresentanza politica del nostro Paese all’estero in posti e in momenti importantissimi, possa dipendere dalle bizze fra un Ministero e l’altro, teoria che l’onorevole Alfredo Baccelli ha creduto di dover portare alla Camera, come scusa plausibile di una vacanza che dura da otto mesi. 1) Ma l’onorevole Baccelli ha detto una cosa punto esatta quando ha creduto di invocare un grande argomento citando l’Austria e la Germania. Prima di tutto bisogna notare che mentre la nostra rappresentanza politica a Sofia, è formata in tutto e per tutto da un Agente diplomatico e da un mo- *) Ho già detto che fortunatamente era a Sofìa in questo tempo come Incaricato d’affari Don Livio dei Principi Borghese, un giovane assai colto e che ha rappresentato degnamente il nostro Paese. Ma se fosse stato una persona poco capace, o al disotto del suo cómpito? Secondo la teoria del-1’ onor. Baccelli sarebbe rimasto lo stèsso a rappresentare l’Italia.