Il Corpo Diplomatico a Sofia 101 Però l’Agenzia diplomatica austro-ungarica è sempre un mezzo Ministero. Oltre all’agente vi sono quattro vice-Consoli e un discreto numero di impiegati. A parte la politica, l’Agenzia deve occuparsi dei sudditi austriaci numerosi a Sófia, e che hanno in mano una gran parte del oommercio. È un lavoro immane solo quello di rispondere alle continue e numerosissime richieste d’informazioni commerciali che le pervengono da tutte le parti dell’impero. L’Inghilterra, i cui rappresentanti negli Stati Balcanici erano una volta in prima linea, certamente anche per la parentela che legava il Battemberg alla Gasa Reale inglese, ora, dal contegno dei suoi Diplomatici, farebbe quasi credere di essersi molto disinteressata delle questioni balcaniche. Il che non è. Ma occupata e preoccupata da tre anni dagli avvenimenti del Sud-Africa, si spiega come l’azione dell’Inghilterra e quella della sua diplomazia si sia trovata paralizzata un po’ dappertutto, anche nel-l’Oriente europeo dove le sue tradizioni parrebbero doverle imporre una politica vigile e attiva. Diffatti, appena toltosi l’incubo del Sud-Africa, ha subito accennato a voler riprendere posizione, e, a questo proposito, le riserve formulate relativamente all’accordo austro-russo e all’efficacia delle riforme sono sintomatiche. Il rappresentante della Francia a Sófia non ha evidentemente altre istruzioni che quelle di appoggiare ed agire sempre d’accordo con l’Agente Russo. Il suo ufficio si limita quindi alle informazioni ohe deve trasmettere al suo Governo. L’Italia, dopo la morte del povero Polacco, è rappresentata nella capitale bulgara dal Principe Don Livio Borghese, un giovane colto e d’ingegno, il