Duchan il Grande A quell’epoca il Sovrano serbo si dava il nome di Imperatore dei Greci, e il grande Duchan, quegli che era riuscito a riunir sotto lo scettro suo quasi tutta la Penisola Balcanica, notificava al Senato della Repubblica Veneta la sua intenzione di farsi incoronare sulle rive del Bosforo, e offriva alla Repubblica un trattato di alleanza con lo scopo appunto di impadronirsi di Costantinopoli. Anche il Pontefice gii aveva riconosciuto quel titolo. B fu a Skoplje che l’imperatore Duchan, il giorno stesso della sua incoronazione, proclamò solennemente l’indipendenza della Chiesa Serba, retta dal Patriarcato Serbo, il quale aveva avuto come primo titolare San Sava, nipote del fondatore della dinastia de’ Nemagnidi. Con quella proclamazione della indipendenza del Patriarcato e la grande e pomposa solennità che l’imperatore Serbo volle dare alla cerimonia della sua incoronazione, egli intendeva affermare vieppiù un grande, un vasto concetto della sua politica. Egli teneva a far comprendere che le sue ambizioni e le sue aspirazioni non si limitavano a voler conservare i paesi avuti in eredità dai suoi maggiori, ma andavano ancora molto più in là delle conquiste con le quali aveva assodato il regno e ingranditi i confini. Egli mirava a riunire sotto lo scettro dei Nemagnidi una grande nazione balcanica, e volle che alla cerimonia, mentre l’Arcivescovo di Ipek e Patriarca Serbo gli posava sul capo la Corona, si trovassero intorno a lui riuniti il Patriarca Bulgaro di Tirnovo, tutti i Vescovi Greci delle provinole che egli aveva assoggettate al suo dominio, i monaci del monte Athos, tutte insomma le Autorità religiose delia Penisola che non erano, o non erano più, alla diretta dipendenza di Costantinopoli.