L’autonomia della Macedonia 49 cultore di studii storici e che conosce, come pochi, la storia e le vicende della Serbia, segue naturalmente col più vivo interesse gli avvenimenti che si svolgono per la questione macedone, e per quanto costretto a un certo riserbo, sapendo l’eco che possono aver le sue parole, ne discorre volontieri, insistendo sui diritti del popolo serbo che nessuno può disconoscere. “ — La Serbia, — mi diceva S. M., — è stata e “ tiene ad essere un elemento di pace e di tranquil-“ lità nella Penisola Balcanica. Dal Trattato di Ber-“ lino in poi essa ha seguito con una grande lealtà “ la politica tracciata dalle Grandi Potenze. Non ha “ mai fatto, anzi ha rifuggito dal fare una politica “ rivoluzionaria, convinta che al momento opportuno, “ riconoscendo questa lealtà di intendimenti e di con-“ dotta, le Grandi potenze sapranno tenerne conto, “ e non le sarà un titolo di demerito quello di es-“ sere rimasta tranquilla. Da questa linea di con-“ dotta non intendiamo, nè vogliamo ora dipartirci. “ Non faremo noi certo la parte di allumeurs de “ mèches. Aspettiamo e seguiamo attentamente gli “ avvenimenti. Ma, naturalmente, in caso di compli-“ cazioni, di mutamenti, intendiamo che alla Serbia “ sieno riconosciuti i suoi diritti e che la soluzione, “ quale che possa essere, sia dettata da un senti-J mento di equità per quello che ci riguarda, pronti “ a difendere e a sostenere fino all’ultimo il nostro “ diritto. “ Quanto all’ autonomia, — continuò il Sovrano, “ parlando con molta calma e con una profonda con-“ vinzione, — io la credo assolutamente un’ assur-“ dità. E mi pare, — aggiunse, — che non ci voglia “ una gran fatica per comprendere che una Macedonia V. Maktegazza, Macedonia. 4