262 IX. - I VAT.ACCHT gnare alla causa yalacca un metropolita mezzo rumeno e mezzo albanese, che aveva già occupato varie sedi vescovili nell’Epiro. Si chiamava Antimo. Un bel giorno, col nome di Antimo I, fu proclamato metropolita rumeno, senza che lo si potesse accusare di scisma, perchè era stato nominato vescovo dal Patriarca. S’intende che egli doveva ufficiare in rumeno e che altrettanto avrebbero fatto i preti da lui ordinati. Fu eletto nel 1896 e insediato in una bella casa a Costantinopoli, che si chiamò, pomposamente_, la Metropoli Yalacca dei Rumeni di Macedonia. Ma nella grande cappella che vi fu appositamente costruita, egli non potè ufficiare che una sola volta.... Dinanzi alla Metropoli, i Greci, e i Turchi d’accordo con questi ultimi, fecero una grande dimostrazione che si dovette disperdere con la forza. Il Governo Ottomano, seccato degli imbarazzi che la nuova istituzione gli creava col Patriarcato, non dissimulò il suo malcontento. Il Metropolita Antimo I se ne stette fino al 1901 nella bella casa che gli era stata scelta. Per un pezzo resistette alle pressioni e alle lusinghe del Patriarca Greco il quale cercava di staccarlo dai suoi amici, ma finalmente, pare che argomenti persuasivi sieno riusciti a convincerlo e ad ottenere che abbandonasse la lotta. Ma pare anche non sieno state mantenute le promesse.... Così che, ora, Antimo I vive ritirato in una modestissima casa al Fanar e medita forse sulla fragilità delle cose umane, e sui giorni della sua passata grandezza.... Anche l’Apostolo Margariti, dopo tanti anni di lotta, ha cominciato a sentire il peso dogli anni ed