I rifugiati macedoni 129 Bulgaria, si trovarono riuniti contemporaneamente e per più giorni fino a sette od ottomila pellegrini con parecchie centinaia di cavalli. Da un giorno all’altro s’improvvisarono addirittura dei villaggi nelle vicinanze del convento.... La cima dove sorge il vecchio monastero dedicato a San Giovanni, e nel quale si conservano le reliquie di questo santo, nel marzo era sempre ricoperta di ghiacci e di neve, come tutte quelle dei monti circostanti. Quei poveri rifugiati, dei quali si è tanto parlato, han dovuto valicare quei monti onde arrivare fino al convento, sapendo che ivi sarebbero certamente stati accolti, e protetti, mentre scegliendo altre strade, non sarebbe loro riuscito di sfuggire alle rappresaglie dei soldati turchi. Il monastero del Riio sorge al confine meridionale della Bulgaria verso la Macedonia. I Macedoni della zona circostante, che hanno contatti più frequenti coi Bulgari del Principato, sono quelli ohe anche questa volta, come accadde l’anno scorso, hanno dato il segnale della rivolta. Quindi i Turchi hanno contro di loro maggiore accanimento. Siccome il movimento fu disordinato, quando le forze turche da quella parte ingrossarono, e vi furono i primi saccheggi, i Macedoni vicini al confine compresero che non vi sarebbe stato scampo per loro e fuggirono verso il Principato abbandonando ogni cosa. Arrivarono laceri, scalzi, mal vestiti, e senza avere di che ricoprirsi, alla fine di dicembre, nel crudissimo inverno, in uno stato da far pietà. Si diressero tutti al monastero del Riio, di dove poi a poco a poco furono condotti e divisi nei paesi vicini, più al basso, dove il clima è un po’ meno rigido. Un certo numero rimase però per un pezzo al convento. V. Mantegazza, Macedonia. 9