— 15 — rato il grande lasso di tempo che da allora ci separa, si può ben comprendere quanti cambiamenti e spostamenti essa, coadiuvata dalla azione erosiv? delle onde marine, abbia cagionato nel bacino adriatico fino a dargli l’attuale configurazione. Moltissime sono le prove che noi abbiamo, lungo tutta la nostra zona costiera, della lenta e secolare sommersione da essa subita; fra queste però la maggiore è quella che ci viene data dalle numerose rovine di antiche costruzioni, oggi sommerse, che incontriamo lungo tutta la costa del-l’Istria e presso alcune isole del Carnaro. Qui ¡infatti, per non parlare dei molti altri posti, proprio sull’isola di Cherso, si è potuto averne la prova inconfutabile, quando, or son trent’anni, ricostruendosi il molo di Caisole, furono trovati, a qualche metro sotto il livello del mare, dei resti di costruzioni romane. Risulta adunque dimostrata l’indivisibile unità geologica di tutta la nostra regione ed il conseguente stretto nesso che intercorre fra la terraferma e le isole vicine; per il quale riuscirà tanto più facile e naturale la spiegazione delle particolari forme superficiali che caratterizzano l’isola. L’isola di Cherso fa parte, geologicamente e orograficamente, di quel complesso sistema che forma la regione carsica e dà a questa una conformazione superficiale del tutto caratteristica; anzi, come verrò ora dimostrando, essa non è altro che la diretta e naturale continuazione di quella parte del sistema che comprende il Carso propriamente detto. Com’è noto, la vasta distesa calcarea, che comincia dalla pianura dell’Isonzo, nel tratto fra Gorizia e Monfal-cone, e con direzione NO-SE va a bagnarsi nel Carnaro, forma da prima il Carso Triestino e poi l’altopiano della Ciceria, percorso in tutta la sua lunghezza dai Monti della Vena. Questo rialzo dell’altopiano si sviluppa sopra tutto verso il golfo di Fiume, sempre più complesso, con parecchie ondulazioni secondarie, finché si immerge nel mare ricomparendo poi con l’isola di Veglia. Una sua diramazione però, presso alla sella della Fortezza, o di Poklon, fa un’acuta conversione verso Sud e forma i Caldiera, dai