— 51 — già nell’anno 1304, in un importante documento che componeva le questioni di pascolo sorte, da una parte, fra Cherso e i castelli di Caisole e Lubenizze, dall’altra, fra Cherso e Ossero; come pure, più tardi, in un documento del 1442, dove si nomina la villa di Lussino in quanto doveva pagare una determinata tassa ad Ossero che vi esercitava la guardia urbana. Però questa distinzione restò soltanto limitata a singoli documenti, mentre il nome comune di « Isola di Cherso e Ossero » si mantenne tale sino verso la fine del secolo XVIII; infatti il Fortis (1) nel 1770 le chiama ancora così. Appena sul principio del secolo scorso l’isola di Cherso fu del tutto distinta da quella di Lussino. Questi sono i nomi diversi che alle due isole di Cherso e Lussino furono, fino dall’antichità, attribuiti, nomi, dei quali l’origine ci appare ancora, appunto per la grande lontananza di tempo, incerta e basata soltanto su congetture. Però i recenti studi glottologici (2), (3), hanno portato, nelle difficili ricerche, un po’ di luce, cosicché da questi si dovrà prendere il punto di partenza per procedere all’interpretazione di quelli. Infatti non pochi sono i toponimi di origine illirica che furono trovati nella regione orientale adriatica; e questi, naturalmente, nel corso di tanti secoli, influenzati dal latino e dallo slavo, subirono modificazioni, pur conservando le tracce della loro forma originaria. Fra di essi va ricordato « Apsaros »-« Apsoros », nome che, trasformato e corrotto, da « Asoro », « Assoro », « Auserò », « Opsaro », « Op-sara », « Oserò », ha preso l’odierna forma di Ossero. La medesima etimo « Ap »-acqua, ci appare anche in « Ap-sos », il nome di un fiume illirico. Dalla forma originaria « Apsoros » derivò poi « Apsor-tium » e « ’A^upxis » COn la terminazione greca. Il fatto che solamente una a t » senza essere preceduta da vocale, dia il carattere di un elemento di derivazione ad un nome, trova anche altri esempi nell’« illirico »: così il nome del- ti) Ind. bibl. N. 24. (2) V. Krahe — Ind. bibl. N. 40. (3) V. Ebert — Ind. bibl. N. 80.