— 136 — pra tutto dalla bora sui boschi che già in parte erano diradati. Le zone più esposte furono a poco a poco del tutto denudate e la poca terra che ancora vi era rimasta, fu dal vento asportata mettendo allo scoperto la sassosa e brulla landa carsica. In questo modo la parte centrale dell’isola fu ridotta a quella caratteristica « Arabia Petrea » che si stende per oltre cinque miglia nel tratto fra Aquilonia e Villa Urana; in questo modo, in generale, tutto il lato orientale dell’isola restò povero di alberi e in alcune parti del tutto spoglio. Comprendendo però quale danno sarebbe derivato all’isola da una sempre maggior diminuzione del patrimonio forestale, si cominciò, or sono pochi anni, a provvedere ad un nuovo e graduale suo imboschimento, come pure ad esercitare una maggiore sorveglianza per la protezione e conservazione dei boschi ancora esistenti. Naturalmente l’impianto di nuovi alberi richiedeva la perfetta conoscenza delle condizioni naturali del suolo in cui quello doveva esser fatto; ciò che, trattandosi di terreni carsici così magri e poveri, cosigliò il pino, quale unico albero adatto e resistente a quelle particolari condizioni (Pinus pinea, P. halepensis, P. paroliniana, P. Laricio v. nigricans). Così, negli ultimi anni, in mezzo alla desolata parte centrale dell’isola, tutto quel tratto posto a S. di Aquilonia e compreso fra i due monti Sculchi e Cullibie, fu rivestito di un magnifico bosco di pini, che costituisce oggi la più grande pineta dell’isola. Altre due di estensione un po’ minore, rivestono le cime più elevate dell’isola; quella cioè del Montello in Tramontana e quella del monte Cheln ad O. del lago di Urana. Ricorderò ancora la pineta che estendendosi presso Vodizze, lungo il fianco del monte, interrotta dalla nuova strada Cherso-La Sella, scende poi quasi fino al mare; e l’altra dal lato settentrionale, circonda il porto di S. Martino in Valle; tutte e due queste pinete sono però molto meno estese delle altre sopra menzionate. I boschi, che in generale coprono la parte settentrionale e meridionale dell’isola sono quasi tutti cedui; e tali li ridussero gli stessi proprietari, i quali, per lucro, taglia-